Se c’è una cosa che con Draghi è rimasta intonsa nella politica italiana è l’eterno siparietto delle buone intenzioni.

Le buone intenzioni

Draghi recita: “Il Governo ha intenzione di fare il maggior numero di vaccini nel minor tempo possibile!”.  Epperò! Come dargli torto. Intanto con il governo Conte l’Italia era al quarto posto, dopo Danimarca, Malta e Slovenia, per seconde dosi di vaccini sulla popolazione. Ora dopo il cambio di passo siamo al nono! E i ritardi nella consegna dei vaccini valgono per tutti in Europa

Però Draghi si arrabbia: “AstraZeneca deve consegnare i vaccini!”. Meno male. Ma se nei contratti si scrive: “AstraZeneca farà il migliore sforzo possibile per consegnare…” e dopo che l’Inghilterra ha vaccinato il 50% della popolazione utilizzando milionate di dosi AstaZeneca e che in Europa un giorno lo si vieta, il giorno dopo si dice che va bene solo per chi ha più di 65 anni, il giorno dopo ancora solo per chi ne ha meno … mi pare dura ottenere più di qualche presa in giro da parte non solo delle Big Farma ma anche da Biden e Johnson, il premier inglese e non quello dei vaccini o dello shampoo, e da tutti i leader mondiali.

Le scuole devono riaprire … tutti devono avere i ristori …” eccome no! E via andare.

Aria fritta

Insomma una miscela di aria fritta e di acqua calda che diventa urticante quando passando dalle parole ai fatti si scopre che l’azione di governo dalla preannunciata lotta all’evasione diventa il favore ai soliti furbetti, che le tasse fanno di tutto per ritardare di pagarle tanto prima o poi un condono c’è.

Ricordate? Era solo il 17 febbraio 2021 e Draghi tuonava “Riforma Irpef, semplificazioni e lotta all’evasione”  con osanna dei giornalisti del mainstream, più abili di lingua che di penna.

Si tratta di quelli stessi del MES, che avrebbe trasformato la sanità italiana in un mondo di frutta candita. Li ricordate? Che fine ha fatto il MES e i suoi sostenitori?

Al Sud solo chiacchiere

L’ultima impegnativa affermazione Draghi l’ha fatta alla “due giorni” sul Sud insieme alla ministra Garfagna: “La ripresa dell’Italia passa dal Meridione.” Evviva, questo sì che è un cambio di passo!

Ci si aspetta uno stravolgimento di tutta la Storia della redistribuzione delle risorse dallo Stato ai territori, o almeno uno stravolgimento del Recovery Fund per riequilibrare presente e futuro. Invece più che un cambio di passo si tratta del solito cambio di “spasso”, ossia cambiano gli attori ma la tragicommedia è sempre la stessa: zero carbonella al Sud e gli unici a spassarsela sono gli attori.

Come si sa è proprio nel passaggio tra le buone intenzioni, ammesso che siano sincere, ai fatti che si scivola per le vie dell’inferno.

Le periferie disagiate

Ed è così che grazie a Marco Esposito scopriamo che ancora una volta il Sud viene fregato. Il primo bando del Recovery Fund è per l’infanzia. 191 milioni, ma poi si scopre che il 60% delle risorse da destinare alle aree disagiate si applica all’80% del monte pecunia, e quindi diventa il 48%; che tra le zone disagiate ci sono le periferie di … Milano, Bologna, Torino; che una periferia piena di disagio non la si nega neanche a Bolzano, Sondrio e Aosta e che, dulcis in fundo, i comuni che cofinanziano l’iniziativa scalano le graduatorie più dei comuni che un asilo nido lo hanno visto solo nella pubblicità del Mulino Bianco. E quali sono i comuni che hanno soldi per cofinanziare? Quelli ricchi, ovviamente, … ma con qualche periferia disagiata!

La congiura delle passioni

Nello scrivere il mio ultimo romanzo, “La congiura delle passioni” ambientato in Basilicata all’epoca dell’Unità d’Italia, mi sono reso conto che manca una memoria condivisa su quello che è stato uno dei momenti fondanti della nascita del nostro Paese: il Risorgimento.

E però se già questo mi sembrava grave che dire quando ci si rende conto che anche la percezione del presente manca di unitarietà? E così siamo tutti convinti che il Sud sperperi le risorse della sanità, ma poi andiamo a leggere i Conti Pubblici Territoriali e scopriamo che in Lombardia si spendono per la sanità 2.532,79 euro per abitante contro i 1.593,11 euro per abitante della Campania. Che sempre in Lombardia si spende per la le politiche sociali, che insieme a quelle per la sanità rappresentano il 50% circa delle spese regionali monitorate dai Cpt, 6.711,16 euro per abitante e in Campania solo 4.672,77.

In Basilicata per la sanità si spendono 1.681,19 euro a testa e per le politiche sociali 5.819,21 euro a testa: avvisate Bardi che la Lega ci sta fottendo da decenni!

Allora non siamo brutti, sporchi e cattivi!

Non solo ma scopriamo anche che la Campania dal 2013 ha un risultato di gestione significativamente attivo nella sanità, mentre quello della Lombardia è sostanzialmente pari a zero.

Insomma, io per primo, ho sempre parlato del gap infrastrutturale tra il Nord e il Sud, forse perché è evidente anche a un cieco e sordo il fatto che arrivati a Eboli iniziano le mulattiere e i carretti per il trasporto di persone e merci.

E poi che a Matera la ferrovia non c’è ormai lo sanno anche i Sassi di … Agordo.

Ma come tutti mi sono cullato nel pregiudizio di un Sud incapace di gestire le risorse e che anche per curarsi deve emigrare al Nord.

E poi uno scopre i numeri che dall’aggregato unico della contabilità nazionale iniziano ad essere ripatiti tra le regioni .

Porca miseria! Ma allora sono anni che ci fregano e che ci fanno credere che siamo brutti, sporchi e cattivi!

Fregati ancora una volta

Eccoli i circoli viziosi che vengono alla luce. Dalla Campania si va in Lombardia a farsi curare e più si va in lì più aumentano i trasferimenti dello Stato alla sanità lombarda, e più questo avviene più aumenta il PIL lombardo alimentato anche da questi viaggi della speranza fatto di alberghi, pasti e spese per essere vicini e di conforto ai parenti malati che si aspettano cure e guarigioni al Nord. Magari curati da medici del Sud, proprio da quei nostri figli che abbiamo fatto studiare al Nord mantenendoli con i nostri magri guadagni e che al Nord rendono prestazioni eccellenti.

Ecco che se si spendono 6.711 euro per le politiche sociali in Lombardia forse è più che logico che in Lombardia ci sia un disagio sociale minore che in Campania dove di soldi se ne spendono molto ma molto meno: 4.672 euro.

E anche qui il Nord abbonda di onlus che grattano soldi al pubblico e anche al privato e anche nel e per il terzo settore vola il PIL lombardo.

Deficit di rappresentanza

Ma tutto questo è stato consentito da chi il Sud ha mandato in parlamento da 160 anni a questa parte.

Ci hanno fregato i parlamentari del Nord e la Lega? No, loro hanno fatto il loro mestiere: prima di ogni legge erano con il pallottoliere a fare i conti dei danee’ che intascava il proprio territorio. Siamo noi che ci siamo fregati da soli mandando una rappresentanza inadeguata in parlamento.

Possibile che a fare i cani da guardia ci siano giornalisti come Esposito o Aprile o quelli di Basilicata 24? E tutti i parlamentari e onorevoli lucani, calabresi, pugliesi, siciliani, campani, molisani, sardi che fanno da 160 anni?

Tutto ciò può apparire un inutile rimestare, in realtà capire la Storia e la cronaca e le ragioni del Sud è indispensabile per la costruzione di uno Stato realmente Unitario con pieni diritti e dignità per tutti i territori e le persone che ci vivono e che ancora non c’è.

Ed è importante soprattutto se una nuova costruzione, quella europea, procede ripetendo spesso, mutatis mutandis, gli stessi errori di quella dell’Italia Unita.

Italia Unita che non riusciamo ancora a fare pretendendo però di essere protagonisti del processo di unificazione europea.

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