NNiente, La7 e i giornalisti del mainstream, di ogni ordine e grado, che frequentano i salotti buoni della informazione proprio non ce la possono fare. A prescindere da quello di cui si parla una nuance, una toccatina contro Conte proprio non la possono evitare. Per converso con Mario Draghi, a prescindere, siamo sempre di fronte a un sovra partes intoccabile. Una sorte di virginea Beatrice che, se fosse ascoltata, ci porterebbe direttamente nell’Empireo al cospetto dell’Altissimo o, almeno, nel novero delle principali potenze galattiche salvando se non l’anima, devo dire abbastanza nera dell’intero Occidente, almeno le tasche dei padroni del vapore.
Ora, a dire il vero, di Giuseppe Conte ‘nun ce ne po’ fregà de meno’. Quello di cui invece ci frega, e molto, è la correttezza del sistema della informazione, che forgia le umane menti ‘cicero pro domo’ editore, sia isso Elkann, sia isso Carlo e sia isso Urbano. Anche perché sono gli stessi che emanano fulmini e saette nei confronti delle fake news del mefistofelico web.
E così, ieri 21 novembre, dalla sora Gruber, per gli amici Lilly, c’era nientepopodimeno che Emiliano Fittipaldi, direttori di Domani edito dall’altrettanto nientepopodimeno che Carlo De Benedetti: icona storica del politically correct della imprenditoria italiana. Lo stesso genio incompreso che cacciò Steve Wozniak, socio di Steve Jobs, e il medesimo Steve, e che invece di tacere imitando quotidie Tafazzi pontifica.
E cosa dice Fittipaldi? Dopo una banale concione sul diritto internazionale che implica necessariamente l’arresto di Netanyahu se approdasse sui sacri lidi italioti e con una magistratura indipendente, vanto almeno dell’Occidente europeo perché quello americano fa quello che gli pare da sempre, afferma: “Meloni è stata brava a gestire molto meglio del Conte 1 … ci ha permesso di avere uno spread basso …”.
Ora carta canta villan dorme. Dal sito Eurostat Dati si apprende che dal 2007 ad oggi il 2019 è stato l’anno (pienamente Conte I) con il più basso rapporto Deficit / PIL pari a -1,5%. Dalla sequenza storica dello spread, che viene citato ad mentula canis ossia solo quando conviene alla tesi di turno, risulta che il Conte I ebbe l’avversione dei mercati iniziale, che ne recuperò abbondantemente la sfiducia e che ebbe, fino alla fine del Conte II, una riduzione costante dello spread fino a stabilizzarsi, nonostante il COVID, intorno ai 100 punti base. Percorso inverso fatto dal Marione nazionale che nel corso del suo governo lo aumentò, fino a consegnarlo a più del doppio a Meloni che ha recuperato ma non ha ancora raggiunto il risultato del Conte II (vedi grafico in figura dal Sole 24 ore a cui ho sovrapposto le date di inizio – fine dei governi).
Anche in base al rapporti deficit PIL Conte è promosso a pieni voto avendo gestito interamente il 2019, anno pre Covid, e avendo ottenuto il miglior rapporte deficit PIL dal 2017.
Eh già, troppo complicato spiegare che questi governi tecnici sono stati un vero disastro. E ne sa qualcosa anche l’altro salvifico Mario che, pur avendo eseguito diligentemente l’agenda del Super Mario allora Governatore megagalattico europeo della BCE, vide declassare dalle agenzie di rating l’Italia, sentendosene pure offeso.
Insomma, a parte i giornali di De Benedetti e della famiglia Agnelli e a parte le burocrazie europee e Macron ai mercati questi taumaturgici governi tecnici di Mario e Mario Bis non sono piaciuti neanche un poco.
In compenso hanno disamorato l’elettorato al punto che la gente non va più neanche a votare.
E perché mai dovrebbero andarci visto che le testate giornalistiche mainstream ci spiegano tutti i giorni che occorre fare riforme con il pilota automatico ignorando la volontà popolare e il loro voto e che devono lasciare fare a Mario, Mario bis, a Macron e alle burocrazie europee?
Cari amici avremo a breve la Pravda italiana, i kolkhoz, e a capo della comunicazione Dmitrij Sergeevič Peskov. Avvisate Putin: non ha bisogno di mandare le armi atomiche in Occidente. Il modello sovietico ha già vinto. Se Orazio aveva ragione nel dire “Graecia capta ferum victorem cepit” … mamma mia come siamo caduti in basso!
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