Torno a distanza di una settimana sul mio ultimo post.
Il fatto
Nel corso della trasmissione Quante storie del 20 agosto 2020 , Augias aveva affermato:
“In Italia abbiamo una secolare questione meridionale rinfocolata da una risorgente pubblicistica neo borbonica secondo la quale il Piemonte ha compiuto un’invasione e lo sfruttamento del Sud. Non voglio entrare nel merito ma dico solo che siccome questa questione non è stata mai risolta neanche dal punto di vista concettuale fino ad oggi, forse sarebbe bene che venisse accantonata come memoria per guardare solo all’avvenire. L’elogio della memoria va bene ma in qualche caso va bene anche l’elogio dell’oblio.”
La mia reazione
A me le affermazioni di Corrado Augias sono parse allarmanti. Chiunque altro le avesse fatte sarebbero state subito bollate come insulse e pericolose. Pensate cosa sarebbe accaduto se una affermazione di questo tipo l’avesse fatta Giorgia Meloni.
Invece a farla è uno di quelli che viene universalmente considerato una delle difese estreme dalla barbarie e dal populismo. Un alfiere della cultura, uno del coro del politically correct, uno di quelli che influenza le menti più curiose e che aspirano a diventare classe dirigente e sistema nel sistema.
Uno del coro
Insomma uno del coro, di quelli che frequentano i salotti buoni e quindi nessuno, o quasi, dice un fiat.
Se dice un scemenza Salvini tanti alzano la mano per urlare: è una fesseria! Anche chi ha poche letture alle spalle si può salvare. Ma che letture occorre aver fatto e con quali anticorpi ci si può salvare da una scemenza detta da Augias? Chi urla: “è una scemenza!”?
Ragazzi, l’oblio sulla Storia scomoda o la sua manipolazione è una idea fascista. Le cose stanno così. Chiamiamo le cose con il loro nome.
Ecco, mi sono sentito in dovere, come al solito, di aggiungere la mia voce ai pochi che stonano nel coro e disturbare il torpore che ha assalito l’intellighenzia nostrana.
La giustificazione
Qualcuno sostiene che l’uscita di Augias abbia un intento pacificatore e che in epoca di leghismo, sovranismo e secessionismo sia bene non rimestare una delle pagine più buie del nostro passato per non dare forza a queste tesi. Non so se sia peggio questa giustificazione o l’invocato oblio. Soprattutto ora che occorre realizzare una unione ancora più ampia, quella europea.
È l’esatto contrario. Occorre invece liberarci da menzogne e mistificazioni, dibattere e investigare per costruire una memoria condivisa ed evitare le tragedie passate. Per farlo occorre scavare nel profondo, guardare sotto i tappeti e fare le pulizie di primavera. Senza la conoscenza della Storia non si può progettare il futuro.
La Storia è quella che è, non quella che ci piace
Si può stendere l’oblio in modo selettivo sul passato? Si può stendere l’oblio sulle questioni controverse della Storia? E chi decide le cose su cui stendere l’oblio e quelle da ricordare e tramandare ai posteri come insegnamento di vita? Le conseguenze delle affermazioni di Augias sono devastanti ma come farle capire e far riflettere? Lo confesso: qui ho sbagliato e forse meriterei di essere messo anche io dietro la lavagna.
Ho pensato che ne uccide più la penna che la spada e ho affidato la mia reprimenda ad un post ironico. Un eccesso di fiducia. Mal me ne incolse.
Il mio post
Quale modo migliore per mettere in luce la stupidaggine detta da Augias se non far finta che la sua uscita fosse stata presa sul serio in primis dalla titolare del MIUR e poi da tutto il governo?
Quindi un bel titolo: La ministra dell’istruzione Laura Azzolina chiude le facoltà di Storia. Per mettere subito sull’avviso il lettore due errori voluti: la ministra si chiama Lucia e non Laura e la facoltà di Storia non esiste. Di rinforzo sui social ho rilanciato invitando a firmare una petizione su un inesistente sito Richange.org. Qui anche un dormiente si sarebbe disposto alla lettura di un post che voleva chiaramente ironizzare su qualcosa.
L’ironia sulle conseguenze della uscita di Augias
La prima ironia è proprio sulla impossibilità di un oblio selettivo. E quindi la fantomatica ministra Laura, insieme ad un fantomatico primo ministro Filippo Conte, decidono di consegnare all’oblio tutta la Storia, chiudendone le fantomatiche università dove la si insegna.
Ma si può consegnare all’oblio un periodo storico, quello del Risorgimento, quando l’intera Italia è piena di statue e strade intitolate ai presunti eroi risorgimentali? Ecco quindi che il fantomatico Alberto Fico, Presidente della Camera, invita alla par conditio storica e l’altrettanto fantomatico Mario Franceschini consente e concorda e dispone l’abbattimento delle statue e il cambio della toponomastica risorgimentale.
Per inciso ancora oggi la legge vieta la titolazione di strade e piazze alle vittime innocenti dell’esercito sabaudo. Insomma dedicare una strada ai martiri di Atella o Pontelandolfo non si può!
Le pizzicate
Quale occasione migliore per sfottere Renzi e Zingaretti che, privi di ogni senso del ridicolo, sono gli unici rimasti in tutta Europa, insieme a pochi altri tupamaros della poltrona accanto e aizzati da un sempre più tromboneggiante Mentana, a chiedere l’utilizzo dei fondi del MES?
Eccoli quindi dichiararsi d’accordo purché i costi dell’operazione oblio siano coperti dal MES.
Quanto mi sono divertito a far dichiarare a un fantomatico e piagnucolante Maurizio Salvini la rivendicazione di un poco di oblio anche sulla vicenda dei 49 milioni?
Un piccolo sfottò finale anche per la scarsa propensione alla matematica degli storici, per cui i neo disoccupati docenti di storia, opportunamente riqualificati, sono destinati all’insegnamento di matematica e trigonometria.
Augias e Barbero: invece di dire scempiaggini fate chiudere l’orrido museo!
Per qualche strano motivo un gruppetto di compagnucci della parrocchietta molto blasonati, tra cui Augias e Barbero, spendono un mucchio di energia per fare la controstoria della controstoria dell’Unità d’Italia.
Nel mentre c’è presso l’Università di Torino un indecente museo degli orrori dedicato a Cesare Lombroso.
Per chi non lo sapesse questo signore era una specie di psicopatico che in divisa e al seguito dell’esercito sabaudo si divertiva a tagliare le teste dei briganti per classificarle e decidere, in base all’aspetto e alla misurazione di lobi, orecchie e altre suppellettili facciali, il potenziale criminale.
Dire che Lombroso fosse una sorta di scienziato e spiegare l’utilità del museo per capire “quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata” è come costruire un museo dedicato a Heinrich Himmler, per spiegare perché la presunta superiorità della razza ariana sia una autentica fesseria.
Ecco quindi, nel mio post, la decisione di chiudere il museo dedicato a Lombroso che trova l’opposizione di un sedicente gruppetto neo massonico, la Giovane Italia, guidato da Sandrino Barbero.
Le stesse parole di Augias in bocca alla Meloni
Nel mio post ho messo in bocca le stesse parole di Augias alla fantomatica Maria Meloni.
Chiudete gli occhi e immaginatevi l’effetto. Apriti cielo! L’oblio sul nazifascismo perché è un periodo controverso? Giustamente sarebbe scoppiato il sangue nelle arterie, almeno ai pochi che ne hanno ancora qualche goccia. Ma una bestialità rimane tale anche se a dirla è Augias. Ma nessuno critica Augias sui mezzi televisivi su cui sproloquia perché fa parte del branco che li domina.
Come ha reagito il web?
La gran parte si è fermata al titolo. Molti hanno notato il fatto che la facoltà di storia non esiste, quasi nessuno che la ministra si chiama Lucia e non Laura Azzolina. Pochi hanno letto il post per intero e quasi nessuno ne ha colto il lato ironico e didascalico. Colpa del web che non sa cogliere l’ironia? Forse ho sbagliato qualcosa, forse il titolo. La lavagna mi aspetta. Su Augias, oggetto del post, nessuno ha commentato.
Vado dietro la lavagna
Dovrei mettermi anche io dietro la lavagna, ma lascio lo spazio a una bella foto della ministra Azzolina a scopo risarcitorio.
Non era lei, ovviamente, il bersaglio. Si trova a fronteggiare una crisi senza precedenti ed ha tutto il mio appoggio. Le mie scuse se qualcuno ha equivocato.
E a quanti del gruppetto di Augias, Barbero e degli altri compagnucci della sedicente intellighenzia indigena la criticano, ricordo solo la dottoressa Fedeli. Qualcuno sul serio la rimpiange? Forse sì, visto che c’è qualcuno che rimpiange persino Mariastella.
Ma Valeria Fedeli fa parte dei compagnucci intoccabili e quindi prendiamo dolorosamente atto che il popolo italiano è ormai privo di un ceto intellettuale degno di tale nome.
Siamo quindi come una barchetta in mezzo al mare in tempesta senza rotta e senza nocchiero e abbiamo, in aggiunta, persino perso il senso dell’ironia.
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